Documenti chiari, ch'in tutti i tempi corre qualche eccesso, che hà bisogno di rimedio, se non è ovviato.
Mà dato che Inquisitor nessuno eccedesse mai li termini della potestà sua, quella però non è così ben regolata, che non habbia bisogno d'essere ritennuta con molta prudenza. Per certezza di questo, basta assai attendere ciò che hanno stampato nel Direttorio in Roma del 1584. che formalmente è tradotto dal Latino. Se gl'inquisitori volessero essercitare tutto l'imperio della loro potestà, facilmente muoverebbero tutti à sedizione. E queste parole sono scritte con proposito d'ammonire gl'Inquisitori, che se ben una cosa parerà loro giusta, quando è pericolosa devono avisar Roma. Mà qua non si deve conchiudere così, perche Roma lontana, ed occupata dalli rispetti proprij non può far buon giudizio de gl'altrui pericoli. Ma ben queste confessioni della Corte Romana mostrano essere necessario, à chi vuol tener il suo Dominio quieto, e li sudditi protetti, haver diligentemente riguardo, e moderare con destra maniera quella potestà, ch'in se stessa è confessata essorbitante, e spesso anche vien ecceduta, ed abusata.
Del 1518. scoprissi numero grande d'Incantatori nella Valcamonica, e per poca diligenza delli Rettori di Brescia il giudizio fù lasciato all'Arbitrio de gl'Ecclesiastici. Da ciò nacquero così essorbitanti estorsioni, e querele de gl'oppressi, che l'Eccellentissimo Consiglio dei Dieci fù costretto ad annullar tutte le cose fatte, e far venir à Venezia li Vicarij dei Vescovi, ed Inquisitori, ed operar che dà altri Giudici, con l'assistenza delli Rettori, le cause fossero rivedute.
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