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      E con tutto ciò con difficoltà, fù quietato quel popolo, che non si movesse à sedizione.
      Non è perduta la memoria delle sedizioni estreme eccitate in Roma morto che fù Paolo Quarto, nelle quali le priggioni dell'Inquisizione furono popolarmente rotte, e l'Offizio con tutte le scritture abbrusciato. E similmente il pericolo che corse la Città di Mantova del 1568. alle quali cose non è possibile provedere, se il Magistrato, à cui incombe la cura della quiete della Città, non impedisce le deliberazioni eccedenti, e precipitose. E se occorrendo cosa di dubio e pericolo fa soprasedere, ciò non può essere imputato all'Ecclesiastico di pregiudizio, poi che soprasedendo meglio si delibera; e niuna cosa impedisce che il differito non si possa eseguire con maggior maturità. Dove, se in caso di pericolo si lasciasse correre qualche essecuzione, che riuscisse à male, o non si potrebbe rimediare, o non intieramente. Il Prencipe avvisato può, o con l'autorità sua, o col significare al Pontefice, far passar con quiete qualche cosa, che senza sua saputa haverebbe fine cattivo.
      La 4a parte del Capitolo, cio è, che li Rettori, ed Assistenti eccitino all'essecuzione dell'Offizio con destrezza gl'Inquisitori, quando fossero negligenti, è propriissima del Magistrato secolare. Prima, per la ragione di sant'Agostino, il qual dice, che all'offizio loro s'aspetta operare, che siano puniti li delitti, che immediatamente sono contra la Maestà Divina, come Bestemmie, l'heresie, e di pergiuri, più di quei che offedendono gl'huomini.


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Discorso dell'origine forma leggi ed uso dell'Ufficio dell'Inquisizione di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 128

   





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