Avvenne del 1610. ch'il Padre Averoldo Cappuccino fù denonciato à Roma di certa opinione dell'Anticristo, e dà quella Inquisizione fù mandato il Processo a Brescia, dov'il Padre si trovava. L'Inquisitore di Brescia procedette nella causa, senza l'Assistenza; ed alli Rettori, che saputo il successo ne mostrarono sentimento, rispose, che li Rettori non dovevano assistere senon alli Processi incominciati nel proprio Tribunale, mà non, se la denunzia era data à Roma. Se ciò si ammettesse, non solo sarebbe contra la raggione, e la consuetudine leggitima, mà anco sarebbe un Arcano per levar affatto, e facilmente l'Assistenza. Gl'Inquisitori per liberarsi dall'obligo d'haver gl'Assistenti, per accrescer l'autorità propria, e servir anco meglio la Corte Romana, opererebbono con li denuncianti sotto belli, ed apparenti colori, che la denuntia non fosse data à quell'Offizio, mà à Roma: il che sarebbe facile, contentandosi anco di farlo con una lettera, e con un memoriale: ed in questa guisa, in tutte le cause sarebbe il secolare escluso. Mà il termine legale è, che sicome ogni Offizio, od Inquisizione riceve le denunzie contra gl'assenti, secondo li riti, forme, ed usi propri; così l'Offizio alquale è mandato il Processo, lo finisca, secondo le forme, riti, ed usi suoi. Ed era necessario avvertir questo in particolare, accioche alcuno ingannato dall'apparenza non si lasciasse forsi portare à publico pregiudizio, dovendosi tener per regola infallibile, che il publico Rappresentante assista ad ogn'atto, che si faccia in quell'Offizio; senza eccezione di denunzia, processo, ed ordine, che venga d'altrove, e generalmente senza eccezione di qualsivoglia sorte, che per nissuna può mai occorrere legitima.
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