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      E quando si scuopre alcun tentativo, mostrino tal sentimento, che ovvij à tali azioni. Stieno parimenti attenti ad ogn'andamento de' gl'Inquisitori per scorprirlo(7), ed impedirlo.
      Il XIV. Capitolo, di operare che sia notata nel Processo l'Assistenza, non hà difficoltà, perche, sicome di sopra è detto, il Vescovo di Ravello, Nunzio Apostolico, del 1551. lo scrisse à tutti gl'Offizi dell'Inquisizione nello Stato. Dalli Romani ciò fù proposto come per loro vantaggio, acciò apparisca, che li Rettori non sono Giudici, mà Assistenti. Adesso serve per l'altra parte à provar l'Assistenza che si tenta mandar in dissuetudine: Perche, se à tempi à venire si trovassero Processi, che non ne facessero menzione, conchiuderebbono, che in questi tempi non si costumasse: e perciò sarà sempre publico servizio; che l'Assistenza, non solo sia in uso, mà apparisca anco in forma probante.
      Il XV. Che nel Processo non siano posti Decreti formati con Autorità di fuori, è necessario osservare esquisitamente: imperoche gran parte dell'Inquisizioni, fuori di questo Stato sono ridotte ad una tal forma di procedere, che gl'Inquisitori di passo in passo scrivono à Roma, e di là ricevono ordini di ciò che si hà dà fare, si che finalmente è tanto quanto se'l Processo fosse formato à Roma. Con ciò fuggono l'obligo, che la legge Canonica impone à quell'Offizio, di dover consultare. In questo Stato, non hanno anco tentato un tal abuso così frequente, e sottile, ma ben in qualche caso particolare, o per favorire, o per disfavorire alcuno.


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Discorso dell'origine forma leggi ed uso dell'Ufficio dell'Inquisizione di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 128

   





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