La prima de' quali è, quando il libro contiene cosa contra la fama del prossimo, massime Ecclesiastici, e Prencipi. La seconda, se contiene cosa contra la libertà, immunità, e Giurisdizione Ecclesiastica. La terza, se con proposizioni politiche d'antichi Prencipi, ed historici favorischino le Tirannidi. La quarta, se contengono facezie, o moti contro la fama di qualsivoglia. La Quinta, se contengono lascivie, ed altre cose contra l'honestà.
Non hà dubbio, che meritano esser dannati i libri, dove si ritrovano tali essorbitanze, mà non però ogn'uno le può fare. Sarebbe un confonder il mondo, se qualsivoglia che conosce un ordine esser giusto potesse statuirlo. Ciò appartiene alla publica autorità, che sola può far legge, sopra ciò che Dio hà raccomandato al suo Governo.
Chì hà zelo, e vede la pernicie di qualche libro, procuri che sia estinto, e farà bene, ma con autorità di chi può legitimamente farlo. La diligenza in cercare e scoprir il male è lodevole; il voler rimediarlo non appartenendo à se, è usurpatione, ed ambizione. Se con un libro è offesa la fama del prossimo, etiandio Ecclesiastico, non tocca all'Inquisizione à farne giustizia. Quell'Offizio è contra l'heresia, mà non hà da protegger la fama di nissuno. Il secolare è protettore dell'honore delle persone, ed egli hà dà diffenderlo, e vindicarlo contra chi l'offende con fatti, con parole, e con scritture. Stia diligente l'Inquisizione, che per mezzo de' libri non sia seminata dottrina contra la fede; che Dio hà proveduto del Magistrato per dar rimedio, se con opere, parole, o libri è offesa la fama d'alcuno.
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