Mà come san Paolo chiaramente dice, Sono fatti Ministri, e dispensatori dei misteri di Christo, solamente. Perilche, se per l'autorità Ecclesiastica sarà approvato un Libro, come buono, in materia di fede, non potrà con autorità secolare esser condannato per cattivo: mà se il libro tratterà d'altra materia, come di Giurisdizione, di governo, di mercanzia, se ben fosse lodato dà tutti li Prelati del mondo, non è fatto pregiudizio alla Potestà temporale, che non possa condannarlo. È un gran Trapasso, perche Christo hà dato la cognizione, e la potestà del Regno celeste à san Pietro, e li hà vietato la terrena, voler contra il suo precetto estender la spirituale alle cose temporali. Sant'Agostino spesse volte dice, che la grazia non distrugge, ne toglie niente alla natura, mà lasciandoli tutto il suo, li sopragiunge le perfezioni divine. La potestà temporale, hà per sua natura potestà di vietare tutte le cose ripugnanti alla publica quiete, ed al honestà, e trà questo li scritti, e libri che li ripugnano. Non è venuto Christo à levar niente di quest'autorità alli magistrati, quella la lascia intiera, aggionge solo autorità alli Ministri suoi sopra le cose spettanti la fede Christiana, di che per natura gl'huomini non sanno niente, mà per sola sua rivelazione. Peṛ questi non si devono arrogar potestà di approvar Libri, che à loro non toccano, ne tentar di privar li Magistrati dell'autorità data lora(16) dà Dio, e dalla natura. Allega il Cardinal Baronio l'Epistole d'alcuni Scrittori, che hanno dedicato à Papi i lor libri, o d'historie, o di materia legale, o di governi, ed in quelli hanno sottomessa l'Opera loro alla Censura del Pontefice; e peṛ conchiude, che à lui solo tocchi approvare ogni sorte di libri, e quando sia approvato da lui, nissuno possa mettervi la mano.
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