Il primo Concilio Niceno condannò heretica la dottrina di Ario. L'Imperator Costantino prohibì i suoi libri con legge Imperiale. Il secondo Concilio Costantinopolitano dichiarò heretico Eunomio. L'Imperator Arcadio prohibì i libri de gl'Eunomiani per legge, che è nel Codice Theodosiano. Il terzo Concilio Efesino dichiarò heretico Nestorio, ed i suoi libri furono prohibiti con legge di The
odosio, che è nel Corpo delle Leggi Civili. Il 4° Concilio Calcedonense condannò gl'Eutichiani: ed i libri loro furono prohibiti con legge di Martiano Imperatore, che è nello stesso libro sudetto.
Questa era la maniera usata dalla Chiesa antica, sino all'anno ottocento, doppo 'l quale li Pontefici Romani in diverse occasioni hanno dichiarati heretici diversi scrittori. Li Prencipi hanno lasciato eseguire, senz'altra loro legge quella dichiaratione; non si deve però dire, che si siano privati dell'autorità loro, di vietare le cose nocive al loro Stato. Il libro heretico offende la Chiesa, e turba il viver pacifico. Per il primo rispetto, che è spirituale, tocca all'Ecclesiastico discernere i buoni dai cattivi libri, ed al secolare, come Protettore della Chiesa aiutare. Mà per il secondo rispetto, d'ovviare alle novità per publica quiete, il secolare non deve fidarsi sopra la diligenza d'altri, nè ricorrere à chi si sia, anzi abbondar in cautela, vietando tutto ciò che può nuocere al buon governo, per ogni rispetto.
Per conclusione indubitata è dà tenere, che il secolare può prohibere nella sua giurisdizione ogni sorte di libro approvato dà chi si voglia.
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