ilche subito, che le occorse accidente, quale pareva poter esser tirato allo spirituale, abbandonati quelli, si voltò tutto a quest'altro.
L'accidente fù che in Vicenza Scipione Saraceno Canonico Vicentino, il qual gia con gran sprezzo haveva levato i sigilli del Magistrato posti per custodia sopra la Cancellaria Episcopale, ad instantia del Cancelliero, vacante la sede, s'era dato a molestare una gentil donna sua parente, la quale non potendo persuadere dopo haverla perseguitata & per le vie & per le chiese, sdegnato, venne a deturpargli la porta, & faccia della casa, per il che ad instantia di lei propria, che per ciò venne in persona a Venetia, & delli gentilhuomini della sua famiglia, fù chiamato il Canonico in giudicio, dove venne anco spontaneamente, haveva il Canonico un cugino Vescovo di Città Nova, huomo di molto valore, che nella Città di Venetia era guida di tutti i Noncij & ministri Pontificij, & consigliandoli indrizzava tutte le loro attioni, a quale anco essi Noncij havevano espresso ordine di communicare tutte le loro commissioni, per opera di questo fù mosso il Noncio, del rimanente pur troppo inclinato a voler un'essentione licentiosa nelli Preti, & venuto nuovamente con questo pensiero, & da ambidue fù portata di ciò la nova a Roma al Pontefice, & al Vescovo di Vicenza, che si ritrovava alla Corte, dove ambidue ne trattarono insieme, & si eccitarono scambievolmente alla difesa del Canonico, & della libertà Ecclesiastica, & dall'uno & dall'altro ne fù parlato ad Agostino Nani Cavallier Ambasciator della Republica nel fine di Ottobre.
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