Henrico Costantinopolitano, & passando a parlare delli giudicij criminali contra li Ecclesiastici, disse che li Venetiani pretendevano privilegi, li quali però estendevano à luoghi & capi non compresi, etiandio contro le persone delli Vescovi. Essaggerò anco la patientia usata da lui in haverli aspettati a penitenza per tanto tempo, perilche poteva (senza più differire, ne dar altro termine) venir all'interdetto: mà mitiùs agendo, haveva deliberato dar ancora 24. giorni di termine, voleva il voto delli Cardinali per fare ogni cosa canonicamente furono detti li voti, ne quali è di singolare, che Pinelli lodò l'haver assegnato 24. giorni di termine, perche così anco fù fatto con Henrico III. Rè di Francia. Ascoli fece segno col capo di consentire senza dir parola, che s'intendesse (come anco haveva fatto sotto Clemente quando si publicò il monitorio contro il Duca Cesare da Este.) Il Cardinal di Verona, lodato il zelo di sua Santità, la quale era proceduta in questo negotio (disse) lenta festinatione, soggiunse che in Senato cosi numeroso come quello di Venetia, non si potevano spedir le cose con tanta prestezza, che non era da moversi in fretta contra una Republica benemerita, che l'havrebbe potuto differire al quanto, con speranza di poterla riacquistare, & in questo mentre fare studiare quello, che liVenetiani allegano, & concluse con queste parole, Sed differ, habent parvœ commoda magna morœ. Parlò il Pontefice all'hora dicendo, non haver fatto cosa alcuna di suo giudicio proprio, mà haver udito huomini dotti, & proceduto con loro consiglio; All'hora replicò il Cardin. che essendo così non poteva contradire a quello che era piacciuto alla Santità sua.
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