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      Furono chiamati dalli capi del consiglio de X. li superiori delli Monasterij & altre chiese di Venetia, & significato loro la mente del Prencipe, essere, che si continuasse nelli divini officij, & che niuno partisse dallo stato senza licenza. Fù promessa la protettione a quelli che restassero, & dichiarato che quelli che volessero partire non potessero portar' via robbe delle chiese, ne altre di valore, fù anco comandato loro, che se gli fosse inviato, in qualsivoglia modo alcun breve da Roma, o ordine dalli loro superiori senza leggerlo, lo presentassero alli magistrati, & fù dato ordine alli Rettori di tutte le Città, & luoghi del Dominio che facessero l'istesso in tutte le terre della loro giurisdittione. Poi si consigliò se si doveva far' risposta alcuna al monitorio, & non mancava chi proponeva che si venisse al rimedio dell'appellatione, usato sempre da tutti li Prencipi & Republiche, massime da 300. anni in quà contro li tentativi delli Pontefici, & dal Senato in diverse tali occasioni, & occorrenze, etiandio doppo che li Papi Pio II. Sisto IV. Giulio II. per suoi brevi particolari, & altri per la bolla in Cæna Domini, hanno tentato dannare simili appellationi: prevalse non dimeno il Consiglio quale proponeva, che l'appellatione si fà dell'ingiustitia la quale tenghi qualche coperta, ò apparenza di giustitia, cosa che non hà luogo in questo monitorio, dove le nullità sono molte, & tanto notorie, là onde fù deliberato con somma concordia, di scrivere alli Prelati dello stato quello che il Prencipe sentisse del Monitorio publicato, & per che causa havesse pensato di non usare altro rimedio, come nelle lettere delli 6. Maggio, le quali furono stampate per esser affisse nelli luoghi publici, e contenevano in sostanza; Che era venuta à sua notitia la publicatione fatta in Roma alli 17. Aprile d'un certo breve fulminato, contra esso Prencipe, Senato, & dominio, del tenore come in quello, Perilche, dovendo tener cura della quiete publica, & dell'auttorità di supremo Prencipe, protesta inanzi Dio, & tutto'l mondo di non haver' tralasciato modo alcuno possibile per render' il Pont. capace delle chiarissime & validissime ragioni della Republica, mà havendo trovato le orecchie sue chiuse, & veduto quel breve publicato contra ogni ragione & equità contra la dottrina della Scrittura, delli Padri, & delli Canoni, in pregiudicio dell'autorità secolare data di Dio, della libertà dello Stato, & con perturbatione della quiete de' sudditi, & con scandalo universale, non dubita di dover' haver' quel breve non solo per ingiusto & indebito, mà ancora per nullo, proceduto de facto, & con modo illegitimo, che non hà riputato dover'usar quelli rimedij, che in altre occasioni la Repu.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
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