Il Guicciardino Ambasciator del Gran Duca di Toscana, venuto già prima per far li complimenti col Doge per la sua Elettione, ritrovandosi ancora à Venetia, espose l'officio che il Gran Duca haveva fatto col Vescovo di Soana, & altre trattationi havute in conseguente dopo quello: offerendo S.A. di passar ancora più innanzi, & di andar anco a Roma in persona, al quale fù risposto con affettuoso ringratiamento & recognitione della buona volontà, soggiongendo che le turbe non sono procedute dalla Rep. mà dalla poca desterita del Pont. il quale senza ragione alcuna è passato ad ingiuriarla cosi notabilmente; perilche essendo le cose in tale stato, non sa che altro fare, se non attender a diffendersi, conservando la Religione Catholica. Trattò poi il Gran Duca con Roberto Lio Secretario della Republica, Residente appresso di se, & li disse, non potersi negare, che il Papa non fosse corso a furia, che non si doveva proceder con un Prencipe in tal modo, manco in caso di heresia, mà che dopo, se n'era avveduto, & ascoltava; che era tempo d'introdur negotio; che la risposta datali da Venetia, era ben amorevole mà concisa, che bisognava discender al particolare & dar qualche sodisfattione al Papa; che si sarebbe fatto il servitio del publico governo per qualche altra via, che fosse piaciuta anco al Papa, che non si deve disputar de' vocaboli, quando l'intentione si conseguisce, che tra il Pont. & la Rep. le cose non vanno del pari, mà si tratta col vicario di Dio, che si potrebbe trovar qualche temperamento con qualche dichiaratione, delle Leggi fatte, come si suol fare, quando conservando la stessa ordinatione, si suol dar sodisfattione di parole.
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