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      Il Duca di Savoia ancora narrò all'Ambasciatore Contarini, che haveva fatto ufficii in Roma, col Pontefice, & significatoli liberamente che la congiuntura delle cose, lo persuadeva a trovar qualche temperamento, poiche poteva esser certo, che non havrebbe tutti li Prencipi della sua: & anco la Rep. doveva haver l'istessa consideratione, con tutto che la ragione fosse dal canto suo: Che esso ancora haveva continue controversie con la Corte Romana, che le temporeggiava col portar inanzi: però sarebbe stato molto salutifero veder di componere in qualche maniera le controversie, al che offeriva l'opera e la diligenza sua. Ancora D. Inico di Cardenas Ambasciator di Spagna, essortò efficacemente alla quiete, assicurando che l'istesso pensiero era del Rè suo, alla tranquillità d'Italia: & però pregava la Rep. che aprisse strada a qualche temperamento, aggiungendo, che questo ufficio non si faceva con lei sola, mà si sarebbe fatto in Roma per parte del Rè, maggiore & più efficace.
      Più efficacemente & sollecitamente di tutti, operava Monsieur di Fresnes Ambasciator Francese, il quale, non ancora finito il termine del monitorio portò avviso in Collegio, Che il Pontefice era pentito delle cose fatte, & travagliatissimo, che con ogni poco di sodisfattione, anzi più tosto di apparenza, si sarebbe accomodato, che tanto li significava Alincourt Ambasciator regio in Roma. Dopo di questo, diede conto che Alincourt & li Cardinali Francesi havevano fatto gagliardo ufficio col Pontefice mostrandoli, che le opportunità presenti, (quando la Sede Apostolica non era senza travagli in Ongaria) non comportavano che si tagliasse il braccio destro, ch'era la Republica, & ricercandolo in fine, che sospendesse il monitorio, al che il Papa, (havendo dimandato due giorni di tempo per pensarvi) haveva risposto, d'haver conferito con diversi Cardinali la loro proposta, & che ogn'uno concludeva, che egli non poteva farlo con suo honore, essendo seguito il protesto con parole ingiuriose (cosi diceva egli) contra la sua Persona: con tutto ciò, dal Card.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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