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      Mà il Pont. vedendo le difficoltà di venir all'accordo tanto desiderato da lui, con quella dignità, che havrebbe voluto, & considerando insieme, Che tutti i maneggi & artificij, così delli Giesuiti come d'altri Ecclesiastici non potevano metter dissensione nello stato della Rep. (cosa che egli pensava esser molto profittevole per indurr' il Senato a ceder alla sua volontà) riuscendo tutte le Imprese senza frutto, non havendo potuto con tante arti, & insidie prender' altri, che qualche persona semplice, venne ad una sottilissima inventione; & il 19. del Mese di Giugno publicò un Giubileo, invitando tutto il Popolo Christiano a pregar Dio insieme con lui, per li bisogni della Chiesa, & concedendo indulgenze, assolutioni, & remissioni a tutti, eccetto quelli che si trovassero nelle Città & luoghi interdetti, a' quali non concesse le sudette gratie, ne li ammesse nel numero di quelli, l'orationi de' quali implorava: in Italia nissuna cosa spirituale è più desiderata, o aspettata dalli popoli, & quando è concessa, ricevuta con più divoto affetto, che il Giubileo: per tanto pensarono che i Popoli del Dominio Veneto vedendosi privati di tanta gratia, concessa a tutti li Fedeli, dovessero far qualche moto per ottenerla, mà non essendo successo il mal effetto, che speravano li Giesuiti, li quali in questo tempo con ogni occasione di Prediche nelle Città vicine havevano detratto all'honor della Republica, si diedero alhora, ad usar l'estremo delle loro arti, per far nascer qualche confusione, scrivendo alli loro aderenti, Che quantunque il Pontefice non concedesse il Giubileo generalmente à tutti, nelle terre del Dominio Veneto, essi però havevano facoltà dalla Santità sua, di concederlo alle persone, quali osservassero le conditioni proposte da loro; fra queste, vi era: Il non andar alla Messa, Il non approvar le ragioni & attioni publiche, & altre più importanti.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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