Mà il Rè d'Inghilterra se ben molto occupato per la presenza del Rè di Danimarca suo cognato, si che non attendeva ad altro negotio, ne dava udienza ad alcun' Ambasciatore, intendendo quello, di che doveva parlarli il Giustiniano Ambasciator Veneto, l'ascoltò, & inteso tutto il progresso, & successo delle cose occorse, & la petitione del Senato, rispose, che restava molto consolato intendendo la costanza del popolo, & la unione del Senato à difesa della propria libertà, della giustitia, & della potestà data da Dio alli Prencipi: Si rise della dichiaratione di Spagna, fatta solo con una lettera, dicendo; Che non fà parole, chi vuol far fatti; Che egli è obligato alla Rep. per l'amore, che gl'hà mostrato, & per la dimostratione fatta d'honore verso di lui con mandarli Ambasciatori & ordinari & straordinari, essendo però contratta amicitia scambievole, & sincera, non potendo nascer alcuna occasione di rottura; Che de gl'altri, non si può dir l'istesso: Mà che à quanto il Senato addimandava all'hora, egli si teneva obbligato à condiscender: prima, perche sente largamente per la Republica; poi, perche haveva confidanza in lui, il quale sarebbe ingrato & ingiusto, se negasse di proteger una causa così giusta, dove il Senato si oppone solo all'oppressione, & vuol sostentare la sua libertà, & autorità di tutti li Prencipi; Che e stato prudentissimo consiglio, il proceder con destrezza, per non metter guerra, mà se la violenza(3) de gl'altri vorrà venir a rottura, resti il Senato sicuro in parola di Prencipe, che li assisterà con tutte le sue forze, & che havrebbe commesso al suo Ambasciator in Venetia di far l'istesso officio più ampiamente, non potendo all'hora per la presentia del Rè di Danimarca passar più oltre.
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