L'Ambasciator di Francia, pochi giorni dopo arrivata la risposta del suo Rč, forse per addolcirla, andņ all'udienza, & fece lungo discorso, essortando all'accomodamento, concludendo, che quando non seguisse, il Rč non si scostarą dalla sincera amicitia, che conserva con la Rep. perilche anco la Maestą sua desiderava di esser instrutta intieramente delle ragioni sue, non solo quanto al merito, & giustitia delle Leggi, & altre cose controverse, mą ancora quant'all'ordine tenuto nell'opporsi alle Censure del Pontefice, il qual si lamenta, non solo sudette cose, mą anco di haver ricevuto nuove offese con impedire la navigatione a i luoghi Ecclesiastici, & con bandire dallo Stato la Religione de' Giesuiti tutta intiera. Al che per decreto del Senato fł fatta risposta con ringratiar il Rč della buona & sincera affettione, & fł dato all'Ambasciator in scritto un breve sommario delle ragioni cosģ in giustificatione delle Leggi, & giudicio, come anco delle attioni fatte dal Senato, & dalli Magistrati per propulsare le ingiurie del Pontefice, & impedire le seditioni, che si havrebbono potuto eccitare le sue Censure: Fł risoluta ancora la querela della navigatione, con dire, Che appartiene alla ragione di buon governo, operare, che lo Stato suo sia provisto delle cose necessarie, non lasciando passar ad altri quello, che hą bisogno per se; per la qual cosa la Rep. fa condurr' ą Venetia i navili, che si ritrovano in mare, con robbe bisognose per il suo Dominio; dal che ne segue, che il Dominio Ecclesiastico non se possa valere, non e colpa sua, mą ordine conveniente delle cose humane.
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