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      Mentre si trattano queste cose con il Rè, & da loro col Papa, il Gran Duca di Toscana giudicò apunto carico del suo molto sapere, il tentar di condurr' ad effetto, esso, quello, che era difficile a due così gran Rè; perilche quasi ogni settimana faceva officio con Roberto Lio, Residente appresso di se per la Republica, & lo faceva fare in Venetia dal Montaguti suo Residente, con essortare alla pace, & concordia, per beneficio d'Italia, & con offerirsi mediatore: alli quali officij fù sempre corrisposto con ringratiamento, & concludendo, Che si voltasse al Papa, poiche la Rep. era condiscesa a tanto, che il Rè di Francia l'haveva fino ringratiata, Mà il Gran Duca non si contenta di risposta, la quale non gli aprisse la strada a tirar à se il negotio; & però con molta destrezza, quasi che si querelava, d'haver fatto efficaci offici & col Papa, & con la Rep. & che non gli era corrisposto, anzi li veniva detto tali cose da ambe le parti, che se le havesse rapportate, sarebbe stato un intorbidar il negotio, non ridurlo a conclusione, Che non pretendeva consigliar il Senato, sapendo la sua Prudenza, ne meno levar la trattatione di mano ad altri Prencipi maggiori, mà bene esser a parte con loro in servitio di Dio, & della Christianita; perilche voleva avvisar la Republica, di quanto il Pontefice haveva ultimamente detto all'Ambasciator suo, & questa era, Che la Santità sua non doveva, ne poteva assentire alle conditioni proposte dall'Ambasciator di Francia, perche era molto suo pregiudicio, ricever la Rep. di Venetia dalla mano del Rè, essendo egli Capo Spirituale della Chiesa, al qual non è condecente ricever li suoi sudditi dalla mano d'altri, tanto più, che generalmente, quando nasce difficoltà tra il foro Ecclesiastico, & secolare, il giudicio è dell'Ecclesiastico, come più degno, & ancora diceva il Pontefice, Che il ricever i prigioni per mano del Rè, era un tornar a dietro, massime, che alcuni Prelati Venetiani, quali si trovano in Roma, l'havevano assicurato, che la Rep. gli havrebbe dati liberamente, & che era risoluto di non sospender la scommunica, se li prigioni non erano consegnati, & tutte le scritture uscite a favor della Rep. rivocate; Che si contentava poi di far veder in Roma il rimanente di ragione; formando una Congregatione di Cardinali, Auditori, & Teologi; parte dei quali si contentarà, che siano confidenti della Republica, con questo però, che il Rè di Francia, & esso Gran Duca diano parola di star' a quello, che fosse deciso dalla Congregatione, Che se ben già era condisceso a far una reciproca sospensione, esso, del Monitorio, & la Republica, delle Leggi, non poteva però perseverare, perche non era approvata dalli Cardinali, & che il Christianissmo gl'haveva fatto dire, Che i Venetiani dovrebbono accettarla, & che quando havrà fatto quanto le parerà col negotio, piglierà altro partito, & se' Venetiani havranno in ajuto gl'heretici, egli havera più Christiani di quello, che si crede: Lequali cose esso Gran Duca voleva far saper'alla Republica, acciò pensasse molto bene, Nissuna risolutione esser peggiore di quella, che porta la guerra col Papa, il quale non hà che perdere, & chi combatte con lui, può perder molto, non potendosi a lui, vincendo, levar cosa alcuna che non convenga restituirglile duplicatamente; & se la guerra non fa per alcuno, specialmente non è utile alli bene stanti, poiche di là vengono le mutationi, & facilmente si passa dal bene al male, con poco speranza di ritornar in dietro: Che se bene il Rè di Francia, tratta con gran desiderio, del bene della Rep. egli però non sarà inferiore nel procurar il medesimo, per esser amico, & Prencipe Italiano, & huomo da bene: Non doversi dubitare, che venendosi alla guerra, il Papa sarà aiutato da' Spagnuoli, & da altri, & però, (per fuggir le turbationi d'Italia, che nascerebbono,) egli vorrebbe indurre il Papa a contentarsi di rimetter tutte le controversie nelli due Rè, & che la Rep. facesse l'istesso, anzi la consiglierebbe a farlo, senza aspettar il Papa; perche essendo cosa chiara, che il Papa non lo farà mai, per non si sottometter al giudi


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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