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      Che quanto al Protesto fatto con Lettere Ducali contra il Monitorio del Pont. non vi era alcuna difficoltą, che restasse levato, quando fossero levate le Censure del Monitorio, Mą quanto alle altre scritture, la Rep. havrebbe fatto apunto quel medesimo che havesse fatto il Papa, delle contrarie scritte a favor suo, Che il servare l'Interdetto anco per un'hora, non per giorni, sarebbe un testificare, che fosse valido; il che non essendo vero, non si potrebbe far senza offesa di Dio, & senza condannar le attioni della Republica fatte legitimamente. Quanto alli Religiosi, che questo non era punto da trattare, se non con la Santitą sua medesima, Della missione dell'Ambasciator, disse; Che levate le Censure, manderebbe immediate un Ambasciator ą risedere secondo l'ordinario, mą tutto questo con conditione, che li Ministri Francesi si lasciassero intender apertamente, se havevano sicurezza dal Papa, perche altramente il Senato non intendeva di esser condisceso a cosa alcuna, se essi non fossero sicuri che il Papa havrebbe accettata la conditione. A questa proposta replicņ Fresnes, Che egli non havrebbe proposta queste cose, se il Papa non havesse data la parola, mą l'hą data & replico 4. volte l'hą data; soggiungendo, E vero, che li Papi si fanno tal'hora lecito di ritrattarla, perņ credo, che la manterrą, perche l'hą data, perilche io accetto le conditioni, & ricevo la parola di pregar il Papa per nome del Rč, & della Repub. che levi le Censure, & parimente, che si manderą l'Ambasciator il quale S. Santitą assicura, che sarą accettato con(9) li soliti honori, & cosi hą promesso ad Alincourt; & parimente aggiunse, Io ricevo li prigioni in nome del Rč, in gratificatione, & senza pregiudicio de le ragioni della Republica; E vero che il Papa non vorrą far sopra ciņ alcuna dichiaratione; ma questa conditione resta chiara appresso il Rč, & non hą bisogno che in questo la Republica habbia cosa alcuna dal Papa, perche non tratta col Papa, mą tratta col Rč, Intorno alli Religiosi disse, Io sarei un mal' Avvocato per loro, perche non possono negare, che non habbiano commesso un grand'errore in disobedir il Prencipe contra il commandamento di Dio, essi, a' quali tocca predicar l'obedientia, la qual S.M. Divina commando, oltra che hanno abbandonata la patria, dalla quale erano a


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
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