Giunto D. Francesco a Venetia, fù estraordinariamente honorato della Rep. con ogni dimostratione, spendendo anco per questo, 100. scudi il giorno: Mà questo Signore non haveva molto speciali commissioni dal Rè, non sapendosi bene ancora qual fosse lo stato del negotio, & per qual via convenisse condurlo; mà haveva ordine di parlar prima generalmente; acciò alla giornata avvisando quello, che bisognasse fare, si potesse discender alli particolari; Perilche nell'audienza publica; dove fù ricevuto con ogni dimostratione d'honore non passò termini di complimento; Mà nella prima privata, presentò la lettera del Rè delli 5. Agosto, scritta con molta humanità, nella quale, (fatta mentione della sua buona volontà verso la Rep.) diceva esser venuto in deliberatione di mandar D. Francesco, per componer le controversie, che passavano con sua Santità, con sodisfattione della Rep. Et il Castro, presentata la lettera disse: Essere stato mandato dal Rè, per desiderio della pace, per bene della Rep. & di tutta Italia; a favor delle quali S. Maestà havrebbe fatto maggior cosa, se havesse saputo che far di più, & che egli hà ricevuto volentieri il carico per obedire a S. M. & per l'affettione che porta alla Rep. sperando di poter facilmente concluder ogni buona risolutione con sua Serenità, poiche essendo tre li capi che sogliono difficoltare ogni trattatione, Il primo: Passione & affetto soverchio della persona per nome di cui si tratta, o di quella stessa, che porta la parola; Il secondo, Inconvenienza nella cosa trattata, Il terzo, Incapacità, & poco buona volontà nella persona con quale si tratta; Egli è sicuro di non dover trovar alcuno di questi intoppi, Perche il Rè è di ottima mente, non hà fine, se non del bene, li torna in beneficio la grandezza della Rep. per esse antemurale della Christianità contra le forze de' Turchi: Et per quel che tocca la persona dell'Ambasciatore mandato, egli non sarebbe venuto per ingannare essendo nato Cavalliere, & obligato alla verità sopra ogn'altra cosa: Quanto al secondo, Si tratta di quiete, cosa molto convenevole: di unione con la Sede Apostolica, cosa molto utile alla Republica; essendo piene le historie de' servitij scambievoli passati tra ambedue, & dannosa la disunione; perche, se è contra ragione, eccita tutti gl'altri Prencipi ad inimicitia contra di se; & quando è con ragione, non però deve far cessar la riverenza che si deve portar al Pontefice: Quanto al terzo, Che si tratta con un Senato d'inveterata prudenza, amator della quiete, inimico delle novità, che sempre è stato autore della tranquillità d'Italia, ne mai di turbatione.
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