Fł considerato dal Senato, che non conveniva dar una totale ripulsa ad un'Ambasciatore mandato espresso da cosģ gran Rč, & per un negotio particolare, come sarebbe stato veramente un licenziarlo, non molto civile, quando almeno non se gli fosse comunicato tutto quello, che la Repub. era condiscesa in gratia del Christainissimo, perilche egli havrebbe avuto occasione di partirsi, mal contento, & havrebbe parso, che non fosse stato corrisposto convenientemente all'officio fatto da lui, (cose di fastidiosa conseguenza) si che deliberņ comunicarli il tutto, facendolo saper nondimeno prima a Fresnes, con significarli, che questo non havrebbe impedito il progresso della trattatione del Rč suo, perche D. Francesco lo diceva chiaramente di non volergliela levar di mano, perņ se ben havesse coadiuvato alla medesima, l'accomodamento si doveva riconoscer tutto dal suo Rč: Mą Fresnes intesa l'intenzione del Senato, Non solamente condiscese a contentarsi della communicatione, mą disse stimarla necessaria, essendo certo che il Papa havrą comunicato ogni cosa alli Spagnoli, onde se di qua si tacesse; parrebbe una diffidentia, per la qual ragione si poteva assicurare, che anco il Rč si sarebbe contentato. Aggiunse Fresnes, Che il Papa l'haveva fatto ricercare per Alincourt di voler unir li suoi ufficij con quelli di D. Francesco, il che egli non sapeva come da sua Santitą fosse inteso, ne dove mirasse, & per tanto haveva rescritto, che il Papa si dichiarasse: perche se havesse voluto intendere, che fosse fatto etiandio in gratia di Spagnoli quello, a che si č condisceso da esso Pontefice, & dalla Republica in gratia del Christianissimo, sarebbe alterar' il negotio, al che egli non assentirebbe senza espresso ordine del Rč, perilche loda la communicatione a D. Francesco, purche non si passi a trattar altro, & non si faccia ad instantia di lui, quello che si č fatto per il suo Rč.
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