Pagina (159/236)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Et qui con molta eloquenza, (nella quale veramente egli è eccellente) propose, replicò, & amplificò le medesime cose con le stesse ragioni, facendo un'Oratione formata, & pienissima di cose, & di concetti, amplificando massime il luogo, preso dalla reputatione del Rè, del Duca di Lerma, & sua propria: A questo rispose il Prencipe, mostrando, Che haveva grandissimo campo di adoperarsi, & acquistare riputatione con le cose communicateli, & gli espose quello, che dal Senato gli era stato detto più succintamente, cio è, che D. Inico fù il primo che mise questa controversia in negotio, & che fece far i due primi passi, perilche non poteva dire, Che per Spagna non fosse fatto cosa alcuna: mà dopo questi, non passando più innanzi D. Inico, il Rè di Francia intromessosi da se stesso, diede occasione alla Repub. di passar a tutto quello dove poteva aggiungere, per mostrarsi desiderosa di pace & riverente alla Chiesa; le quali cose si sarebbono fatte anco ad instanza di Spagna, se havesse continuato gl'offici: & quantunque passassero molte risposte & repliche così dell'Ambasciatore come del Duca di Vietri, non vi fù però alcuna conclusione.
      Mà in Roma il Papa con ogni occasione continuava a far instanza con Alincourt, che li Ministri Francesi unissero i loro officij con li Spagnoli; & questo era diversamente interpretato: Dicevano alcuni, Che era per desiderio, che l'accommodamento seguisse, perche dubitava, che procedendo separatamente non s'impedissero per la gelosia, & per gli altri rispetti che impediscono il condur mai un negozio a buon fine per i Mediatori, che non comunichino insieme: Altri dicevano, che acciò non seguisse, apunto ricercava che fosse maneggiato per Spagnoli, & per Francesi; acciò che fosse disfatto da uno, quello che l'altro ordisse: il che sempre avvienne, quando un negotio è maneggiato (se ben unitamente) da quelli, che hanno fini & interessi diversi, & non vi è ragione perche uno ceda all'altro: Alincourt in Roma rispondeva che era necessario haverne prima ordine dal Rè: & Fresnes in Venetia si doleva, che fosse venuto tal pensiero al Papa, dicendo apertamente, che non sapeva vederne il fine, se questo non era per avantaggiar il suo partito, mà ben, che egli vedeva non esser altro che un voler attraversare tutta la trattatione del Rè di Francia; poi che havendo egli proposta più volte la sospensione, la quale il Papa affermava di dimandare per apparenza, & per haver colore per conservare la sua dignità, & autorità, il che era stato negato dal Senato, come cosa pregiudiciale, non sapeva vedere, come si potesse conceder adesso: anzi ricercò il Senato, che quando pensasse di voler passar oltre alle cose concesse ad instantia del suo Rè, fosse contento farglielo sapere, acciò potesse regolar i suoi offici, perilche anco quando li fù comunicato la risolutione data à D. Francesco, Di non voler in modo alcuno condiscender alla sospensione; l'assicurò, che il suo Rè non era per farli più instanza di questo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





Oratione Duca Lerma Prencipe Senato Inico Spagna Inico Francia Repub Chiesa Spagna Ambasciatore Duca Vietri Roma Papa Alincourt Ministri Francesi Spagnoli Mediatori Spagnoli Francesi Alincourt Roma Fresnes Venetia Papa Francia Papa Senato Senato Francesco