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      Ne lasciava D. Francesco passar' settimana, che almeno una volta, mà per l'ordinario più volte non andasse con la medesima propositione, quantunque ricevesse anco sempre la medesima risposta, perche di Spagna haveva continue sollecitationi, che dovesse instare più tosto importunamente, che rallentar' niente, si come anco sollecitavano il Conte di Fuentes all'armarsi, mà sempre con precetto, di non moversi sensa(13) nuovo ordine, se ben paresse a lui d'essere provocato da' Grisoni, o da altri: Et perche D. Francesco trattando di unirsi co' Francesi non trovava in loro la corrispondenza, che havrebbe voluto, non si potè contener di motteggiar la poca sodisfattione che haveva di loro nel fine di Gennaro, dicendo, Che egli assicurava che il Papa leverebbe le Censure, quando se gli dasse parola di non esseguir le Leggi, & che a lui si può & deve credere, perche non hà mai variato nelle sue trattationi: Che il negotio è in molto disordine per non essere stato trattato verdaderamente(14) dalli mediatori, li quali se ben mostravano desiderar la pace, hanno forse ogn'altro fine, cosa che non è nel suo Rè, il quale hà li medesimi interessi della Pace d'Italia, che hà la Rep. Che tante volte hà proposto questo al senato, che li parrebbe pur' tempo di haver qualche risposta.
     
     
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      LIBRO SESTO.
      Mentre che queste cose si trattavano in Venetia, in Francia l'Ambasciator Priuli propose al Rè quello, che gli fù dato in commissione dal Senato, acciò la M.S. condiscendesse a dichiararsi: Il qual rispose, Che non era opportunità di farlo, acciò non si perseverasse nella durezza; Che haveva havuto lettere da tutti li Prencipi d'Italia, & altri Grandi, li quali lo pregavano à fare sforzo per accomodar questi travagli, proponendoli, che la riuscita sarà con sua gran gloria, si come il ritirarsi, sarebbe tirar sopra se la colpa d'ogni sinistro, che potesse occorrere; che per questo hà spedito ordine al Cardinale di Gioiosa, che passi in Italia, per interporsi efficacemente a questo accomodamento: Al che replicò il Priuli, lodando la buona volontà del Rè alla quiete; mà soggiungendo, Che si vedeva poca corrispondenza nel Papa, il qual era insuperbito per le promesse de gli Spagnuoli: & che però non dubitava, che essi fossero per il Papa; egli non dovesse esser con la Repub. havendo Fresnes dato parola per suo nome, che non havrebbe mancato: massime, che ad instantia di S.M. s'era disposta ad ajutar gli Grisoni: Al che il Rè rispose, Che nel dar ajuto alli Grisoni, la Rep. farà il proprio servitio per conservar l'amore di quei popoli, & tener aperto il passo; Che egli non hà dato commissione à Fresnes di venir a' particolari; Che non sà quello, che egli habbia detto ne promesso; ne intende di esser obligato per quello, & vede benissimo che il dichiararsi, non sarebbe altro, che perdere l'autorità appresso il Papa, mà che di questo gli farebbe rispondere più particolarmente per Villeroy: Il qual Villeroy gli disse da parte del Rè, Che vedendo la Maestà sua buona speranza per l'accommodamento del negotio, per non interromperlo, & non turbar la trattatione, sin che ne teneva un solo punto, non voleva dichiararsi: però che haveva scritto a Gioiosa, che passasse immediate a Venetia, & poi a Roma; & tra tanto havrebbe scritto al suo Ambasciatore, che continuasse con efficacia; & in conformità di queste diede ordine a Fresnes di dire a Venetia, Che il Rè era certificato, che dal canto del Papa non sarebbe stato difficoltà alcuna sopra l'attender le promesse, & che con queste conditioni, si accommodarebbono tutte le controversie; Che li Prigioni fossero consignati in mano d'un Commissario Ecclesiastico, Che si destinasse un Ambasciator al Pont.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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