Et per divertir il corso di questi disordini, fece il Duca di Savoia trattar per il Verüa suo Ambasciatore col Papa, che egli si sarebbe unito col Gran Duca di Toscana, & havrebbono ambidue messo insieme buone forze per ajutarlo: & dall'altro canto fece il Duca intender al Senato Veneto le offerte fatte al Pontefice, attestando, che ciò non era per offender la Rep. ne per somministrar' al Papa forze da guerra, mà per veder, che il Papa non si mettesse in tutto in mani de gli Spagnuoli.
Mà il Pont. all'Ambasciata, che gli fece Verüa, non la ricevette in bene, anzi si maravigliò che egli non fosse unito di intenzione con gli Spagnuoli; perilche anco cominciò haver sospetta la sua andata à Venetia, & a farli considerare, che per l'ostinatione, (cosi diceva egli,) de' Venetiani, non havrebbe potuto spuntare & essortollo, a non voler avventurare la sua riputatione.
In Spagna fece il Duca di Lerma querimonia con l'Ambasciator Inglese, per le dimostrationi che il suo Rè faceva a favor della Rep. dicendo, Che ella non si sarebbe mostrata contra il Papa, se non per li fomenti di S.M. perche di Francia non poteva aspettare se non parole, & qualche gente, che havesse estratto con propri danari; diceva, che il Rè suo si opponeva alla trattatione di pace con gl'Hollandesi, per infiacchire gl'ajuti che il Papa potesse ricevere da Spagna; mà che il Rè Catolico havrebbe abbandonato ogni impresa per sostentar la Religione: Sperava però in Dio, di poter per servitio di S.M. Divina in ambidue i luoghi, formando un' essercito di 50000. soldati che basterà per Italia, & Fiandra.
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