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      Mà oltra di ciò, alla trattatione del Cardinale si attraversarono anco tre difficoltà: L'una, Perche voleva il Pont. che Monsieur di Fresnes, Ambasciator in Venetia, dimandasse in scritto per nome del Rè, & della Republica che le Censure fossero levate, si come D. Inigo di Cardenas, Ambasciator del Catolico, haveva fatto. Mà i ministri del Christianissimo volevano, che questo fosse fatto da Monsieur d'Alincourt, del che finalmente il Pontefice si compiacque, si come anco si contentò, che il Cardinale di Gioiosa, & il detto Alincourt li desse parola a nome del Rè, che non sarebbono esseguite le Leggi sin tanto, che l'accordo si havesse potuto effettuare: & il Pontefice voleva altramente, pretendendo, con questo si dicesse esser' di consenso della Republica, & sin che l'accommodamento fosse effettuato. Mà il Cardinale di Gioiosa, non havendo ricevuto parola alcuna sopra questo dalla Republica (come s'è detto) non poteva dire che fosse con suo consenso. Di queste scritture fatte da Cardenas, Alincourt, & Gioiosa, sono andate atorno copie, che non si sà se siano vere ò false, non essendo di questo stato communicato cosa alcuna in Venetia, ne havendo mai il Senato dato altra parola, salvo che quanto si è narrato. In fine voleva Pontefice, secondo l'uso della Corte, Che le Censure fossero levate in Roma, parendogli indignità, (oltre l'esser cosa insolita) che si diminuisse tanto la sua riputatione, che li convenisse mandar un Cardinale per questo effetto: Mà fù molto ben considerato dalli Ministri di Francia, Che questo sarebbe stato un dissolver totalmente le cose concluse; perche senza dubio in Roma molte cose sarebbono state proposte da diversi per attraversare: & molte difficoltà sarebbono di nuovo nate, & quando poi il tutto fosse colcluso non si sarebbe fatto in Roma, se non in modo, che mostrasse colpa nel Senato Veneto; & a Venetia non sarebbe stato ricevuto in modo alcuno, cosa che mostrasse le Censure essere state valide: onde li Francesi, (riputato questo punto essentialissimo) tanto fecero, che il Papa si contentò, che in Roma non fosse fatto atto alcuno.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
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