Non haveva potuto il Padavino, ne alcuno di casa sua, confessarsi, per opera fatta da' Giesuiti con tutti li(31) Confessori di Nansì. Mà, venuta la nuova dell'accommodamento il P. Rettore di essi Giesuiti mandò a scusarsi, offerendo, Che l'havrebbono licentiato di confessarsi, se voleva prometter di non operar più cosa contra il Papa. A che egli rispose, Che non havendo sino all'hora imparato alle loro scuole, non voleva dar principio in questo caso.
Anco in Spagna innanzi la Pasqua era arrivato nuova indubitata, che l'accordo sarebbe seguito al sicuro, Perilche il Noncio fece intender all'Ambasciator Veneto, Che si astenesse dalla communione per Pasqua, che presto l'havrebbe potuto far con permissione del Pontefice. il qual consiglio non fù dall'Ambasciator ricevuto; anzi di Maestro Francesco Spinosa, Prior di N. Signora di Zochia, dell'ordine Dominicano, fù confessato, & communicato il Giovedi Santo, & fattoli portar l'ombrella del Santissimo Sacramento, & ritenuto a tutte le Cerimonie Ecclesiastiche di quel giorno, & à desinare ancora col Convento delli Frati; & è verisimile, che quel Padre facesse ciò, havendo autori non solo di Theologia, che glielo insegnassero, mà Maestri ancora di altra professione, senza i quali nella Corte d'un gran Rè nessun ardisce mettersi a tal' imprese.
Mà il Cardinale, desideroso di condur a fine il suo Negotio, & sperando anco, che nelli giorni santi potesse più facilmente ottenere qualche cosa di più a favore del Pontefice, che in altro tempo, fece il suo viaggio con tanta fretta, che passando da Ancona a Venetia per mare, espose la vita sua à qualche pericolo.
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