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      Giunse il Lunedi della settimana Santa con gran desiderio di dar perfettione al tutto innanzi Pasqua: mà il Negotio non comportò di esser tosto spedito: ne il Senato, conscio della sua innocenza, hebbe per necessaria alcuna acceleratione, sendo sicuro di poter attender alli servitij Divini ugualmente innanzi la conclusione di questo Negotio, come dopo. Andò il Cardinale il dì seguente, che fù il decimo Aprile in Collegio, & fece la sua espositione, non facendo alcuna mentione di breve che havesse dal Pontefice, & già si sapeva che non haveva altro che una instruttione sotoscritta di mano del Papa. E li fù creduto dell'autorità, che asserì havere dal Pontefice, (essendo Cardinale così principale della Corte Romana, & ministro del Rè Christianissimo) senza che mostrasse del Pont. scritture di sorta alcuna, egli accertò prima la Republica della buona volontà del Papa, & della intentione retta, inviata al ben publico della Christianità, scusando, che la durezza mostrata nella trattatione, non era proceduta se non da zelo di sostentar la dignità Pontificia; mà con tutta la buona inclinatione del Pont. il negotio era stato difficile da concludere, & haveva portato pericolo per li mali offici fatti da diverse persone: che le difficoltà erano in fine ristrette à due, L'una di destinare l'Ambasciatore, prima che fossero levate le Censure: L'altra, la restitutione de' Giesuiti; che la prima si era facilmente terminata, & s'era contentato il Pont. che le Censure fossero levate prima; mà la seconda, non era affatto superata, che egli non dovesse parlarne ancora con sua Serenità. Passò poi ad esplicare le conditioni, & modo, con quale si sarebbono levate le Censure; quali erano, Che fossero consegnati li Prigioni senza protesto; Che fossero rimessi li Religiosi partiti per causa dell'interdetto, & restituiti i loro beni: Che rivocato il Protesto, & tutte le cose dipendenti da quello annullate, insieme con una lettera che andava attorno scritta alle Città soggette.


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Historia particolare delle cose passate tra il Sommo Pontefice Paolo V e la Serenissima Repubblica di Venezia
di Paolo Sarpi
pagine 236

   





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