arebbono levate con la benedittione che egli havesse data. Questo modo non piacque, perche haveva certa apparenza di assolutione, da quale si poteva concludere, che il Prencipe confessasse d'essere stato in colpa. Et rispose il Prencipe con aperte parole, Che come l'innocenza sua, & della Republica era manifesta & senza apparenza di colpa, così conveniva, che non vi intervenisse, ne meno apparenza di pentimento, ò di remissione, ò di assolutione; Che si sapeva molto bene quello, che in altre occasioni era avvenuto a molti Prencipi, a' quali era attribuito a recognitione di colpa, qualche atto fatto per loro Divotione, & Religione; Che si menano in trionfo i vinti, non quelli, che hanno difeso con modi legitimi l'autorità data lor' da Dio. Et dicendo il Cardinale, Che la benedittione Apostolica non si debbe in alcun tempo, & in nessun caso rifiutare: Venne risposto, Esser vero: anzi, che mai la Republica non l'ha, rifiutata, ne è per rifiutarla: salvo che, dove si desse occasione di creder qualche falsità; come nel caso presente darebbe a credere, che havesse commesso qualche colpa: cosa in tutto contraria, essendo ella certissima della sua innocenza.
Oltra la trattatione havuta quel giorno dal Cardinale, nelli quattro seguenti furono mandati a lui due Senatori del Collegio, che trattarono sopra i punti proposti, & sopra gli altri che havevano qualche difficoltà, Del modo di levar le Censure, dicevano i Senatori, che alla Republica bastava la parola del Cardinale: Quanto alla restitutione delli Religiosi partiti, consentivano, con questo, che fosse reciproca: & che il Papa esso ancora ricevesse in gratia quelli che erano restati al servitio della Republica.
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