Si congregò la sera dell'istesso giorno il Senato, & fù presa parte di elegger un Ambasciatore che andasse a Roma, per risieder appresso sua Santità, & fù eletto Francesco Contarini Cavallier, che già era anco stato mandato dalla Republica espressamente con altri tre per congratularsi con la Santità sua dell'assuntione al Pontificato. Et così ebbe fine questo travaglioso successo, il quale pareva impossibile fosse composto per accordo. Et veramente alla destrezza del Cardinale conviene attribuire gran parte del buon successo: il quale, tralasciati i puntigli, non disse à Venetia tutto quello che la Corte Romana havrebbe voluto, & che egli benissimo vedeva, che non sarebbe stato consentito.
Fù considerato da molti che fosse necessario mandar' Ambasciatori espressi in Francia, & in Spagna, per corrispondere a quei Rè che s'erano interposti, & adoperati per la compositione: massime attese le qualità delli ministri adoperati in ciò espressamente, de' quali uno è insigne, come il più vecchio Cardinale, & l'altro, come nipote del Duca di Lerma. L'opinione piaceva all'universale, come quella, che haveva per fondamento il termine di gratitudine, perilche fù anco messa in consultatione nel Senato: dove essendo ventilate le ragioni, che confortavano a ciò fare, & altre che dissuadevano, perche sarebbe stato un dar troppo riputatione al Negotio, & far creder al Mondo, che la Republica riputasse d'esser uscita d'un pericolo meritato. Tanto fù stimato questo rispetto, che concordemente fù risoluto bastare che tal complimento fosse fatto per gli Ambasciatori ordinari.
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