Quegli astronomi hanno inoltre tentato di stabilire delle regole per la predizione dei suddetti fenomeni, e un saggio di queste regole si è pure conservato. Io mi permetto di pubblicare qui un riassunto di alcuni studi da me fatti sull'argomento, riservando ad altro luogo una più ampia esposizione dei particolari1.
Tre sono i documenti che qui vengono in considerazione e sui quali desidero di fissare l'attenzione del lettore; per chiarezza li designerò colle lettere A, B, C. Il documento A contiene una serie di calcoli istituiti nell'intento di rendere più facile la predizione dei quattro fenomeni di Venere. Il documento B contiene una serie di osservazioni effettivamente eseguite sulle apparizioni e disparizioni del pianeta: non però secondo l'ordine cronologico naturale; ma secondo l'ordine dei mesi in cui ciascuna osservazione ebbe luogo, senza tener conto alcuno dell'anno. Il documento C, che di tutti è il più importante, contiene pure una serie di osservazioni effettivamente eseguite; ma in esso è rigorosamente osservato l'ordine cronologico. In tutti e tre le apparizioni di Venere sono accompagnate dal corrispondente giudizio astrologico, cioè dall'indicazione dell'avvenimento di cui quell'apparizione poteva considerarsi come presagio.
Tutti e tre i documenti provengono dalla biblioteca di Assurbanipal, e le copie che se ne conservano nel Museo Britannico sono anteriori alla distruzione di Ninive, avvenuta intorno all'anno 606 o 607 prima di Cristo. Nella loro interna disposizione, nel modo di esprimere i fenomeni predetti od osservati, nei termini tecnici e nell'enunciato dei giudizi astrologici, essi presentano una grande somiglianza e molti caratteri comuni.
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