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      Specialmente è da notare che in tutti e tre per designare il pianeta Venere si fa uso esclusivamente del nome (ideografico) di NIN DAR AN NA, di cui in tutto il resto della letteratura cuneiforme non si trovano che rarissimi esempi, il nome più generalmente adoperato anche nei testi astrologici essendo Dilbat. Non si può quindi dubitare che tutti e tre i documenti abbiano avuto origine, se non da un medesimo astrologo, almeno da una medesima scuola di astrologi. Perciò, sebbene uno solo dei tre (il documento A) porti l'indicazione di esser stato copiato da un originale babilonese, noi potremo con tutta sicurezza attribuire un'eguale origine anche ai documenti B e C. Una relazione fra i tre documenti è pure indicata dal fatto che essi non sono stati scritti su tre tavolette indipendenti fra di loro, ma furono associati due a due in una medesima tavoletta: cioè A e C nella tavoletta K 160, B e C nella tavoletta a cui appartengono i frammenti K 2321 e K 30322.
      La tavoletta K 160 non è completa: in conseguenza del guasto avvenuto in uno dei lati manca il principio della faccia anteriore e la fine della faccia posteriore. Con quest'ultima andò pure perduta la sottoscrizione solita a trovarsi in simili documenti, dalla quale forse avremmo potuto ottenere qualche notizia interessante circa la storia della tavoletta. La forma dei caratteri indica che è una copia assira derivata da esemplare babilonese. Essa conteneva in origine intieri i due documenti A e C. Nel suo stato presente la parte conservata comincia con un pezzo del documento C, che distingueremo col nome di C1. Segue poi, senza interruzione o apparente separazione, il documento A tutto intiero.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





Venere Dilbat