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      Se in un dato mese e in un dato giorno l'apparizione di Venere era accompagnata o seguita da un notabile avvenimento, lo stesso avvenimento doveva aspettarsi ogni volta che Venere avesse fatto l'apparizione nello stesso mese e nello stesso giorno. Soltanto molto tardi (al tempo di Nabonassar) giunsero i Babilonesi a convincersi dell'utilità di conservare, nella registrazione dei fenomeni, anche la memoria dell'anno in cui avvennero. Con questo si spiega perchè dalle loro certamente antichissime e lunghissime serie di osservazioni nessun vantaggio nè essi nè altri poterono trarre per le ricerche astronomiche. La loro astronomia, come quella dei Greci, non potè disporre di documenti anteriori all'era di Nabonassar, ed è grave errore il supporre che esistesse in Babilonia un'astronomia progredita in un'epoca più antica.
      DESCRIZIONE DEL DOCUMENTO C.
      Come sopra si è detto, abbiamo di questo tre pezzi, C0, C1, C2, i quali però non arrivano a comporre l'intero testo. Esso si componeva di circa 30 sezioni, delle quali le prime 26 sono più o meno complete; intieramente perdute sono poche altre alla fine del documento, di cui non è più possibile determinare il numero esatto. Dei tre pezzi C0, C1, C2 il primo contiene le sezioni I-V incomplete, e le sezioni VI-XIII abbastanza complete ed in buono stato. Il secondo contiene le sezioni VIII-XXI con frequenti lacune. Il terzo contiene le sezioni XXII-XXVI anche molto difettose. La sezione XXVII è cancellata e le altre mancano affatto. Le sezioni VIII-XIII si hanno dunque in duplicato, in C0 e in C1.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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