Si può dunque stimare a 36 o 40 giorni l'intervallo durante il quale il pianeta conserva il suo massimo splendore senza che l'occhio ne avverta una sensibile diminuzione20. Il venticinquesimo giorno prima o dopo l'opposizione la luce massima è già ridotta di un terzo, e il trentaseiesimo giorno già della metà, il che significa la differenza di 3/4 di una grandezza stellare, differenza certamente molto apprezzabile.
Queste variazioni di splendore stanno in intima relazione col movimento del pianeta relativamente alla Terra. Una manifestazione di tale movimento sono le stazioni e la retrogradazione di Marte che hanno luogo contemporaneamente. Vi è dunque una stretta connessione fra le stazioni e la retrogradazione da una parte e le variazioni di splendore dall'altra. Il massimo splendore ha luogo verso la metà dell'arco di retrogradazione, le stazioni lo procedono e lo seguono di 30 a 40 giorni, per modo che tutta la retrogradazione si fa in un intervallo di 60 ad 81 giorni, e questo intervallo comprende in se tutto il periodo della massima luce del pianeta.
Quando la opposizione ha luogo vicino all'afelio di Marte (ciò che avviene nella seconda metà di febbraio o nella prima di marzo) l'arco di retrogradazione arriva al suo massimo valore che è di circa 20°, ed è percorso dal pianeta in 81 giorni. Per le opposizioni prossime al perielio di Marte (seconda metà di agosto o prima metà di settembre) l'arco di retrogradazione si riduce a 12° ed è percorso dal pianeta in giorni 60.
Tutti questi fenomeni sono facilmente osservabili ad occhio nudo, e il determinarne la legge non richiede altro che grande pratica del cielo e l'assidua osservazione di molti anni.
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