L'una e l'altra non hanno fatto certamente difetto agli astronomi babilonesi. Lo scopo di questo articolo è di dimostrare che già in epoca remota, certo prima della distruzione di Ninive (606 a. Cr.), essi hanno conosciuto veramente quei fenomeni, e che non solo hanno avuto un'idea approssimativa delle variazioni di luce e di moto apparente di Marte, ma anche hanno conosciuto la relazione esistente fra le due variazioni, e anzi fatto qualche tentativo di determinazione numerica.
II.
Fra le numerose tavolette di creta che ci hanno conservato notizia dell'astronomia e dell'astrologia dei babilonesi ne considereremo una che si conserva a Londra nel Museo Britannico dove, nella collezione di Kujunjik porta il numero 2894 ed è perciò designata col simbolo K 2894. Il simbolo K ci avverte subito che la tavoletta è stata estratta dalle rovine di Ninive e non può essere quindi posteriore all'anno 606 av. Cr., che oggi si adotta come l'epoca più probabile della distruzione di quella città. Questa tavoletta, non compresa nelle grandi collezioni di Rawlinson e di Craig, è stata pubblicata a parte nel 1888 dal prof. Bezold21. È scritta in caratteri niniviti, ma si ha ragione di credere che sia copia di un originale babilonese22, ed è notevole perchè la parte astrologica, diversamente dal consueto, vi occupa poco spazio, mentre vi è una certa abbondanza di notizie astronomiche. In principio si parla a lungo dello Scorpione, delle diverse parti di questa costellazione e di un certo pianeta (Giove?
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