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      Segue qui sotto la versione letterale delle quattro righe del testo, dove le parentesi rettilinee indicano le parole supplite:
      [Quando] La stella di Marte diventa potente, accresce il suo splendore;
      VII giorni, XIV giorni, XXI giorni questo pianeta sale brilllando;
      VII giorni, XIV g., XXI g. ritorna indietro, indi compie il predeterminato periodo25;
      XL kaspu le due corse. LX kaspu le [tre] corse.
      La completa intelligenza di questo testo offre alcune difficoltà che noi ora cercheremo di risolvere.
      III.
      Anzitutto vediamo che la durata del massimo splendore di Marte è assegnata in "7 giorni, 14 giorni, 21 giorni". Abbiamo veduto sopra che, anche quando si limiti tale durata a quella in cui una diminuzione non è sensibile all'occhio. essa non può esser minore di 36 o 40 giorni. Ma il pianeta conserva uno splendore eccezionale anche per un tempo assai più lungo, e se si suppone che i limiti dello splendore massimo corrispondano a quelli dell'arco di retrogradazione, come fa l'autore babilonese, non si può assegnare a tale periodo meno di 60 o di 80 giorni come sopra si è veduto. La differenza è troppo grande per poterla considerare come errore di osservazione. In nessun caso e per nessuna supposizione si può limitare il massimo splendore di Marte a 7, a 14 o a 21 giorni. Questi numeri non possono essere il risultato di vere osservazioni.
      La spiegazione più probabile è forse la seguente. Lo splendore eccezionale di Marte durante le opposizioni non è un fenomeno di cui si possa assegnare la durata con esattezza assoluta.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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