Inoltre gli astronomi assiro-babilonesi non ebbero un computo sicuro e regolare dei tempi prima della così detta era di Nabonassar (747 av. Cr.), e tal computo sicuro e regolare non entrò nell'uso pubblico che molti anni più tardi, quando già da tempo era stabilito il dominio degli Achemenidi. Ora è ben noto quanto poco si possa fare in Astronomia quando non si abbia il modo di fissare giorno per giorno le date a cui i calcoli e le osservazioni si riferiscono.
Dell'aver scoperto e additato alla pubblica attenzione i documenti di ciò che veramente si può chiamare Astronomia babilonese il merito è dovuto principalmente al celebre assiriologo Padre Strassmaier della Compagnia di Gesù. Questi, esplorando le copiose collezioni di tavolette raccolte nel Museo Britannico (delle quali trascrisse e pubblicò a vantaggio degli studiosi diverse migliaia), ne scopri parecchie riempite quasi esclusivamente di numeri, disposti in molte colonne. Non tardò a riconoscere in quelle i lungamente desiderati saggi delle osservazioni e delle tavole astronomiche per cui tanto alta si era levata la fama dei Caldei nel mondo Greco-Romano e che invano si era sperato di trovare a Ninive. Eran tutte delle epoche più recenti della cultura babilonica, scritte al tempo dei Persiani, dei Macedoni e dei Parti. A queste se ne aggiunsero in progresso di tempo molte altre, così che ora se ne hanno di pubblicate e decifrate circa 50. Non sono precisamente dell'antichità favolosa che molti si aspettavano, ma sono per lo più accuratamente datate, le più antiche secondo gli anni dei re Achemenidi a cominciar da Cambise, le posteriori secondo l'êra dei Seleucidi e secondo l'êra dei Parti.
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