Nel calendario puramente solare (come quello da noi usato) ogni mese corrisponde quasi esattamente ad una delle dodici parti che il sole percorre in quel mese. Quindi i nomi delle dodici costellazioni dati agli archi corrispondenti di 30°, detti segni, e l'attribuzione di ciascun segno a ciascun mese. Nel così detto planisfero di Ninive e nelle liste analoghe i dodici gruppi di stelle sono attribuiti ai dodici mesi, ma la corrispondenza non può esser perfetta. Infatti a cagione delle diverse lunghezze dell'anno (che ora è di 12, ora di 13 mesi) la posizione di una costellazione rispetto al proprio mese non è sempre la medesima, e può variare di 30° da un anno all'altro. Si noti ancora un'altra differenza essenziale. Ad ogni mese non corrisponde già qui, come nello zodiaco propriamente detto, la costellazione in cui si trova il Sole durante quel mese, ma la costellazione in cui stava il Sole un mese prima; la quale non è visibile quando il Sole in essa si trova, ma diventa visibile la mattina circa un mese più tardi. Il così detto planisfero di Ninive differisce dalle altre liste principalmente per ciò, che la sua forma circolare meglio della serie rettilinea rappresenta la continuità periodica del corso del Sole, e il rinnovarsi dei mesi. Inoltre è diviso in dodici settori uguali, uno per ciascun mese; e la divisione dell'orlo circolare in 240 parti indica una tendenza a sistemare geometricamente tutte queste nozioni; tendenza che nelle altre liste non si osserva. Perciò è da riconoscere in questo documento un altro passo verso l'invenzione di un vero zodiaco, del quale presso i Babilonesi comincia a manifestarsi l'uso soltanto verso l'epoca della conquista persiana, avvenuta l'anno 538 prima di Cristo.
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