(Versione di George Smith. Assyrian Discoveries, Chap. XX).
Questi documenti sembrano bastanti a togliere ogni dubbio circa il fatto, che gli astronomi di Ninive (e certo anche quelli di Babilonia) erano giunti a trovar qualche spediente per arrivare ad una previsione più o meno sicura di eclissi lunari, e qualche volta con buon successo. Noi possiamo appena immaginare quanto un simile caso dovesse scuoter la fantasia di quei popoli già per sè tanto superstiziosi, e quanto credito ne derivasse all'Astronomia, e molto più ancora all'Astrologia.
Più difficile è l'altra questione: con quali mezzi han potuto essi raggiungere questo relativamente brillante risultato? Generalmente si crede che si giovassero a tal fine del noto ciclo di 223 lune (18 anni e 11 giorni) erroneamente dai moderni chiamato saros, il quale riconduce approssimativamente Sole e Luna alla medesima posizione vicino ai nodi dell'orbita lunare, e quindi può servire, date le eclissi di 18 anni, a predire (non senza molta incertezza, specialmente per le eclissi di Sole) le eclissi di altri 18 anni consecutivi ai primi. Questa opinione, benchè a prima apparenza molto plausibile, non è confermata da una accurata considerazione della cosa. Anzitutto è infinitamente poco probabile, che un tal periodo sia stato determinato a Babilonia coll'esame di lunghe serie di eclissi osservate direttamente. A noi, che nelle Effemeridi astronomiche possediamo la serie completa delle eclissi lunari e solari visibili in questo od in quel luogo della Terra, la verificazione di un tal ciclo è cosa troppo facile; non così a quegli antichi osservatori, ai quali necessariamente doveva sfuggire la massima parte delle eclissi di Sole, e, dati gli impedimenti atmosferici, più che la metà delle eclissi di Luna.
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