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      In una classe numerosa di monumenti molto antichi, e specialmente sui cilindri che servivano a suggellare, si trova con una certa frequenza la rappresentazione dei principali astri del cielo, che sono la Luna, il Sole, e sette astri minori. Si è congetturato che questi astri minori rappresentino le Pleiadi, o le Hyadi, o le sette stelle della Grande Orsa, od altro. Io son d'opinione che in tali astri minori si debban riconoscere sette pianeti; e che da principio i Babilonesi (e prima di loro i Sumeriani) considerassero Mercurio e Venere nella loro apparizione vespertina come astri distinti da Mercurio e Venere nella loro apparizione mattutina, siccome vien riferito che facessero i Greci prima di Pitagora, e come sembra si possa dire anche degli Egiziani più antichi. Tali rappresentazioni astronomiche furono poi copiate ed imitate dagli scultori e dagli incisori fino agli ultimi tempi di Ninive, come si può vedere nelle stupende scene di guerra e di caccia di Assurnazirpal, estratte dalle rovine di Kalah, ed in un bellissimo bassorilievo di Asarhaddon (668-681), nel quale da principio furono messe le sette stelle, e ridotte poi a cinque, forse da mano più erudita51. Che che sia di questo, dalle tavolette trovate a Ninive risulta che a Mercurio ed a Venere (come del resto anche agli altri) furono dati parecchi nomi diversi; non si trova però alcun cenno, che le due apparizioni di Mercurio e di Venere fossero considerate come due astri differenti; anzi per Venere esiste la chiara affermazione del contrario.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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