Pagina (91/604)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Gl'indovini e gl'incantatori avevano imparato a trarre presagi da una infinità di fatti per sè assai comuni e indifferenti. Non solo gli eventi rari e prodigiosi o riputati tali, come i terremoti, i fulmini, le comete, la nascita di animali mostruosi, o almeno dotati di forme e doti particolari; ma l'apparizione di un animale in determinato luogo e in certe circostanze, la sua attitudine in dati momenti, i caratteri fisici dei neonati all'atto del parto e delle persone durante una malattia, l'incontro per via di date persone e molte altre cose eran materia di presagio, su cui si accumulavano col tempo, variando all'infinito le circostanze, migliaia e migliaia di precetti. Arti speciali e lucrose, come quella d'interpretare i sogni, l'augurio, cioè quella di trar presagio dal volo degli uccelli, e l' aruspicina, cioè la divinazione tratta dalle interiora delle vittime nei sacrifizi, specialmente dalla disposizione del fegato, erano state inventate dai Babilonesi assai prima che le esercitassero gli Etruschi ed i Romani. L'Astrologia non fu che un ramo particolare di scienza divinatoria. Se ai fenomeni del cielo e dell'atmosfera fu data speciale attenzione, ciò è dovuto all'essere i medesimi osservabili dappertutto, o almeno sopra gran tratto di paese; il che dava occasione di trarre pronostici di effetto generale e non ristretti ad un solo luogo o ad una od a poche persone. Nell'immensa congerie di presagi che gli escavatori inglesi trassero dalle rovine di Ninive, una parte notabile riguarda le predizioni astrologiche.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





Babilonesi Etruschi Romani Astrologia Ninive