Ma come suole avvenire (ed avviene anche ai giorni nostri, i cannoni grandinifughi informino), il procedimento, che prima era mosso da un impulso scientifico, degenerò in un sistema arbitrario d'opinioni formate senza fondamento sufficiente di esperienza. Un altro elemento meno puro venne allora a corrompere vieppiù la cosa; l'avidità del guadagno e l'ambizione crearono quelle celebri scuole di astrologi, delle quali gli ultimi adepti si propagarono fin quasi al nostro tempo.
Che gli astrologi di Babilonia e di Ninive nei loro giudizi sul significato dei fenomeni celesti ed atmosferici procedessero con una certa buona fede e s'inspirassero a dottrine rese venerabili dal tempo e sacre dal carattere di chi le professava, è provato da questo: che in quei giudizi essi non procedevano a caso, come si farebbe da un impostore volgare. Essi avevano un sistema di regole- fisse per l'interpretazione di ogni dato evento; e tali regole erano consegnate in ampi repertorii, trasmessi nelle diverse scuole dall'una all'altra generazione, e naturalmente anche ampliati e corretti di mano in mano, secondo che l'esperienza dimostrava necessario.
Di questi repertorii si compone appunto in massima parte la seconda classe, a cui dicemmo appartenere una porzione del materiale astrologico trovato a Ninive nell'archivio letterario di Assurbanipal. Ogni classe di fenomeni dando un presagio diverso secondo il mese (e talvolta secondo il giorno) in cui avveniva, troviamo per ogni classe lunghe litanie di previsioni, fra le quali l'astrologo sceglieva quella che faceva al suo caso.
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