Tale è questo immenso repertorio, che serviva agli astrologi di Ninive per soddisfare alle richieste non solo del re, ma anche di private persone. Sotto Asarhaddon (681-668) e sotto Assurbanipal (668-626) l'esercizio dell'Astrologia fu più florido che mai, e più potente che mai il suo prestigio; i fabbricatori di presagi e di oracoli erano consultati in ogni affare di qualche importanza. Naturalmente da questo stato di cose trasse anche suo vantaggio l'Astronomia. Che dire di uomini, i quali sembravano partecipare al consiglio degli dei, e predicendo le eclissi mostravano di esser ammessi a legger nei decreti del fato? Nè le cose si mutarono al cader dell'impero d'Assiria. Anzi la distruzione totale di Ninive diede occasione ad una nuova e splendida rifioritura di Babilonia, la quale ben presto riacquistò il primato su tutta l'Asia anteriore. Sotto Nabucodonosor (604-561) essa rivide, dopo 1400 anni, i bei giorni di Hammurabi; ed acquistò quel grande influsso intellettuale sopra le genti vicine e sopra le future generazioni, che tanta gloria sparse intorno al suo nome. Allora fu posto nei popoli dell'Asia anteriore e della Grecia il seme di molte idee, delle quali gli effetti si fanno ancora sentire presso di noi.
Questo splendore di Babilonia non cessò quando essa, non per violenza, ma quasi per volontaria dedizione, passò sotto l'impero degli Achemenidi. Dei progressi che fecero i Babilonesi nell'Astronomia durante gli ottant'anni che la loro città fu a capo dell'impero neocaldaico (607-538) si può aver un'idea, comparando i documenti di Ninive con una tavoletta che porta la data dell'anno settimo di Cambise (523 av.
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