Quantunque incompleti, essi permettono già di riconoscere durante questo intervallo un continuato progresso e una crescente perfezione di metodi, almeno fino a tutto il secondo secolo avanti Cristo, al quale appartengono i saggi più perfetti che oggi si posseggano. Nel principio di questo secondo secolo probabilmente dobbiamo collocare i lavori di Kidinnu, che fra gli astronomi babilonesi fu il più celebrato. La sua riputazione era giunta anche in Occidente; egli è nominato da Strabone e da Plinio il vecchio sotto il nome di Kidenas o Cidenas. Poco si sapeva di lui fino all'anno 1900, in cui i suoi metodi di calcolo solare e lunare ricomparvero alla luce per opera del P. Kugler59. Kidinnu sembra abbia studiato anche il moto dei pianeti; un suo dato relativo alla massima elongazione di Mercurio dal Sole era citato dall'astronomo alessandrino Sosigene, quello che assistè Giulio Cesare nella costruzione del suo calendario.
Non soltanto sotto i Persiani, ma anche sotto Alessandro Magno e sotto i suoi successori di origine ellenica la scienza dei Babilonesi fu sempre onorata e tenuta in grande concetto; continuarono a vivere le antiche istituzioni di carattere astrologico e sacerdotale; uomini di Babilonia, come Beroso, vennero in Grecia ad insegnare le loro antiche e venerate dottrine; in Babilonia stessa vissero filosofi, come Diogene Babilonico ed astronomi, come Seleuco Caldeo, i quali servirono come anelli di congiunzione fra la scienza orientale e la scienza dei Greci. Ma quando, dopo molte vicende di guerra, il paese cadde definitivamente sotto il dominio dei Parti (ciò che avvenne intorno all'anno 125 av.
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