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      Era dunque necessario ridurre a forma geometrica regolare tutto l'insieme di questi procedimenti, e stabilire nelle osservazioni un ordine metodico. Per questo la zona del cielo, entro i cui limiti sempre si conteneva il corso dei sette astri planetari, invece che nelle dodici antiche costellazioni mensili disuguali ed irregolari, fu divisa in dodici spazi uguali, a cui si dettero nomi, che in parte sono simili ai nomi corrispondenti delle costellazioni dei mesi, in parte mostrano differenze non ancora dagli eruditi ridotte a chiara e soddisfacente spiegazione. Tale riduzione delle antiche costellazioni dei mesi a forma e divisione geometrica costituisce la vera invenzione dello zodiaco. Il tempo in cui fu fatta è per adesso più materia di congettura, che di dimostrazione; l'insieme delle probabilità condurrebbe all'epoca del biblico Nabucodonosor, 600 av. Cristo, non molti decenni prima, o non molti decenni dopo. Infatti qualche tentativo di ridurre a sistema uniforme l'insieme delle costellazioni dei mesi già si trova in documenti anteriori alla distruzione di Ninive (607 av. Cristo) come si vede nel così detto astrolabio o planisfero, che nella precedente Memoria dicemmo esser stato trovato da Giorgio Smith nelle rovine della capitale assira. E d'altra parte in una tavoletta dell'anno VII di Cambise si vede l'uso dello zodiaco geometrico ridotto a pratica corrente. In essa ciascuno dei dodici segni porta i nomi che si usarono nei secoli posteriori fino all'êra nostra, ed ogni segno è diviso in tre parti: l'anteriore, la media, e la posteriore, secondo l'ordine in cui esse si levano ad oriente, uscendo fuori dall'orizzonte61. La parte di mezzo è designata come il "luogo" (ašru) di ciascun segno, cioè come il punto principale di esso.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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