ASTRONOMIA SOLARE. - L'anno civile era per i Babilonesi un intervallo ora di dodici, ed ora di tredici lune, delle quali la vicenda era regolata da un sistema d'intercalazione. Questo a sua volta era regolato sull'osservazione del levare eliaco di certe stelle. In ultima analisi la durata media dell'anno era per loro definita dal ritorno del Sole alla medesima posizione rispetto alle stelle; era il tempo impiegato dal Sole a percorrere tutto intiero il suo giro nel circolo dell'eclittica fissa; era ciò che noi chiamiamo l'anno siderale. E non ne conobbero mai altri. Il concetto dell'eclittica fissa non permetteva loro neppur di sospettare che potesse quell'anno essere diverso dall'anno tropico, cioè dal periodo che riconduce il Sole alle medesime stagioni, e regola la durata dei giorni e delle notti. Gl'istanti dei solstizi e degli equinozi avevano senza dubbio fissato la loro attenzione; l'epoca dei medesimi si poteva agevolmente determinare esaminando le varie direzioni che prende lungo l'anno l'ombra di un gnomone projettata dal Sol levante o dal Sol cadente sopra un piano orizzontale. Con tutto ciò sembra che gli equinozi ed i solstizi abbiano avuto sempre nell'Astronomia babilonese un'importanza secondaria. È cosa degna di nota, che nelle tavolette astronomiche scoperte dallo Strassmaier e fino ad oggi pubblicate non si trovi l'osservazione (e neppure il calcolo preventivo) di un solo solstizio o di un solo equinozio. Molto meno è permesso di dire che essi in tempi antichissimi abbian conosciuto e misurato il moto retrogrado dei punti equinoziali e solstiziali, cioè della precessione, come si è affermato, e tuttora da molti si afferma62.
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