La differenza di più che 20 minuti non ha dovuto sfuggire ai periti; ma dai più dovette esser interpretata come effetto dell'incertezza delle osservazioni. Il dedurne uno spostamento dei punti equinoziali e solstiziali era un'idea molto ardita! e agli astronomi babilonesi degli ultimi secoli gli indizi che vi accennavano saranno probabilmente sembrati ancora insufficienti.
Come è noto, il movimento della Terra intorno al Sole non si fa uniformemente in un circolo, ma con velocità alquanto variabile in un'orbita leggermente ellittica secondo la legge kepleriana dell'uniforme descrizion delle aree. In conseguenza di ciò il moto apparente del Sole lungo l'eclittica non è uniforme, e varia da un massimo di 61' 11" al giorno (nei primi giorni di gennaio) ad un minimo di 57' 13" nei primi giorni del luglio. II fatto si rende manifesto per ciò, che il Sole non impiega uguali tempi a percorrere i quattro quadranti in cui l'eclittica è divisa dai due punti equinoziali e solstiziali; in altri termini, le quattro stagioni sono d'ineguale durata, come si può facilmente verificare sopra un almanacco qualunque. Questa disuguaglianza fu riconosciuta per la prima volta verso il 430 avanti Cristo da Eutemone, astronomo ateniese, uno di quelli, cui si deve la riforma metonica del calendario greco. La cosa parve da principio molto strana ed imbarazzante; Eudosso, fra gli altri, si rifiutò di credervi. Nondimeno essa fu poi confermata con osservazioni più esatte da Callippo ciziceno (330), il quale ne diede anche un'elegante interpretazione geometrica nel sistema da lui adottato e perfezionato delle sfere omocentriche.
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