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      Noi non dobbiamo tuttavia esser troppo severi con quei primitivi calcolatori. Si tratta qui dei primi tentativi che sian stati fatti per rappresentare con qualche approssimazione i fenomeni di cui l'andamento non sia assolutamente uniforme. E certamente dopo l'ipotesi dell'andamento uniforme non se ne poteva immaginare altra più semplice e più naturale, che d'una velocità la quale cresca o decresca uniformemente.
      Dai numeri or ora riferiti risulta, che secondo i Babilonesi la durata del giorno più lungo dovea essere di 14h 24m, quella del giorno più breve di 9h 36m. Queste durate stanno esattamente fra loro nel rapporto 3 : 2, il quale è troppo semplice perché si possa considerarlo come risultato di pura osservazione; tanto più che esso non conviene alla latitudine di Babilonia, ma ad una latitudine di 2° 1/2 più elevata. Le due durate dovrebbero realmente essere 9h 49m e 14h 11m. Questo rapporto 3 : 2 si trova anche nel calendario indiano dei tempi vedici, ordinato quando gli Indiani antichissimi ancora occupavano il Pengiab sotto la latitudine di circa 35°. Non credo necessario di ammettere con Alberto Weber, che essi l'abbian imparato da Babilonia. Una stima grossolana in numeri rotondi. fatta indipendentemente da popoli diversi sotto latitudini poco differenti, ha potuto condurli a stabilir quel rapporto in termini identici.
      ASTRONOMIA LUNARE: ECLISSI. - Già assai tempo prima d'Ipparco gli astronomi babilonesi conoscevano i periodi che regolano il corso della Luna, le sue fasi, il moto dei suoi nodi e le variazioni della sua velocità. Tolomeo, e prima di Tolomeo, Gemino parlano d'un periodo caldaico di giorni 6585 1/2, comprendente 223 lunazioni, 239 rivoluzioni d'anomalia, e 242 rivoluzioni rispetto al nodo: nel quale intervallo si supponeva che la Luna facesse rispetto alle stelle 241 rivoluzioni siderali più 10° 40' e il Sole 18 rivoluzioni siderali più 10° 40'. È questo il famoso periodo delle eclissi, del quale, secondo il P. Kugler, in Babilonia già si avrebbe avuto cognizione al principio del secolo IV65. Ma dai calcoli lunisolari di Kidinnu il medesimo Kugler con mirabile analisi seppe estrarre altri valori più esatti dei medesimi periodi e altri rapporti numerici, che stanno a fondamento di quei calcoli.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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