Problema formidabile di cui appena adesso cominciano a determinarsi le prime linee. A questo terzo stadio si è di già aggiunto il quarto, l'Astronomia fisica, che degli astri indaga la composizione chimica e le proprietà fisiche. Al principio di questa scala stanno sul primo gradino i calcolatori intrepidi, i vigili assidui delle specole di Babele e di Borsippa, di Erech e di Sippara, di Ninive e di Nìppur. Onore a voi, padri antichi della nostra scienza! Onore anche a quei dotti e pazienti uomini, per cui opera voi risorgete nella memoria dei posteri!
V.
INTERPRETAZIONE ASTRONOMICA DI DUE PASSINEL LIBRO DI GIOBBE
Dalla Rivista di Fisica, Matematica e Scienze Naturali, (Pavia) Anno IV. Gennaio 1903.
I.
Il primo dei luoghi sui quali desidero chiamare l'attenzione del lettore, sta nel capitolo IX di Giobbe, là dove l'afflitto patriarca, rispondendo agli argomenti dell'amico Baldad, espone per varii esempi la suprema potenza di Dio, quale si manifesta specialmente nelle opere della natura. Il nono versetto dice, nella nostra Vulgata latina: Qui facit Arcturum et Oriona et Hyadas et interiora Austri.
Io non discorrerò qui delle tre costellazioni nominate, circa le quali e circa i nomi corrispondenti ad esse nel testo ebraico vi sarebbe pur da fare qualche riflessione non priva d'interesse; prenderò soltanto a considerare l'ultima delle cose accennate, interiora Austri. Che cosa è questo? domanda naturalmente il lettore a sè medesimo: una costellazione o che altro? I traduttori ed i commentatori sono più che mai discordi tra loro: segno che abbiamo qui un caso abbastanza difficile.
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