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      Questa circostanza rende alquanto più semplice la nostra ricerca, tutta la difficoltà riducendosi propriamente a bene intendere la parola cheder. Vediamo dunque che cosa è stato pensato da altri su questo argomento.
      IV.
      Comincierò la rassegna da quegli interpreti, che attenendosi strettamente al senso materiale, vogliono che Giobbe parli delle camere del Sud: di questo numero sono il celebre assiriologo e semitista Federico Delitzsch e Philippson, nelle loro versioni di Giobbe. Ma che cosa sono le camere del Sud ? Reuss le interpreta come "le regioni sconosciute australi della Terra, di cui non si aveva che una notizia confusa". Questa spiegazione non sembra molto felice; prima perchè la geografia degli Ebrei non essendo molto estesa, essi trovavano regioni sconosciute a non grande distanza non solo verso l'Austro, ma in tutte le direzioni dell'orizzonte. Vi è poi l'altra maggiore difficoltà che nel medesimo versetto di Giobbe (IX, 9) dopo nominate tre magnifiche costellazioni del cielo, ci si dovrebbe aspettare qualche cosa di analogo, o almeno di ugualmente magnifico; alla quale aspettazione male risponderebbe quell'oscuro accenno a regioni sconosciute.
      Notevole per ogni riguardo è l'interpretazione data dalla celebre versione greca dell'Antico Testamento, detta dei Settanta. Grande dev'esser per noi l'autorità di quegli antichi traduttori, vissuti appena due secoli dopo Esdra, quando ancora vigevano nei dotti d'Israele le genuine tradizioni circa il significato dei vocaboli scritturali, e quando da poco tempo l'ebraico aveva cessato di essere lingua parlata d'uso familiare e quotidiano.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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