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      XI.
      Rispetto ai mezarîm delle nostre Bibbie sarebbe ancora da considerare la loro relazione colla stella o costellazione nominata in Giobbe XXXVIII, 32, e dai Massoreti cosi puntata da dare il nome di mazzaroth, mentre i LXX avean letto µa??????. Questa relazione è stata considerata come una completa identità dal celebre Aquila, che nel II secolo di Cristo tradusse in greco l'Antico Testamento. Nei frammenti che ci rimangono di questa versione egli rende mezarîm per µa????; che dal µa?????? dei LXX differisce come il singolare dal plurale. L'indentità di mezarîm e di mazzaroth era sembrata probabile anche al gran commentatore Abramo Aben Ezra, e pare che ancora su questo fondamento il Diodati abbia tradotto mazzaroth per "segni settentrionali". E veramente in favore di tale identità si possono addurre argomenti non ispregevoli, tratti dall'analisi dei due vocaboli, quali stanno scritti nel testo non puntato. Nondimeno è certo, che ammesse le conclusioni dell'articolo precedente, l'identità in questione deve escludersi affatto. Quale astro o quale categoria d'astri si debba intendere sotto il nome di mazzaroth, nessuno l'ha ancora potuto dimostrare con ragioni convincenti89. Una cosa sola si sa, ed è che non poteva essere un astro circumpolare, nè una accolta di astri circumpolari. Infatti la versione letterale del testo ebraico dice così: conduci fuori mazzaroth al suo tempo? Era dunque mazzaroth un astro od una costellazione od un insieme di astri soggetto ad apparizioni periodiche, quindi non sempre visibile, che usciva fuori (cioè sorgeva sull'orizzonte) a tempo determinato.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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