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      Restando nei limiti del nostro argomento, mi contenterò di accennare al fatto assai significativo che di cinque o sei nomi di costellazioni occorrenti nell'Antico Testamento, nessuno fino ad oggi è stato riconosciuto nelle iscrizioni cuneate. Nè questo deve far meraviglia. Anche dopo aver assoggettato ed assimilato i popoli di Canaan, gli Israeliti conservarono molte fra le tradizioni del tempo, in cui allo stato di tribù nomadi erravano pei deserti d'Arabia e di Siria. Al contrario i Babilonesi, eredi della cultura sumeriana, assunsero di questa i principali elementi, e si svilupparono in direzione affatto diversa.
      Del resto è possibile che negli scritti giudaici del tempo ellenistico e del tempo talmudico si nascondano qua e là idee cosmologiche derivate dalla scienza dei Babilonesi. Tale è forse il caso per la singolare cosmografia del libro pseudepigrafo di Henoch, la quale presenta notabili analogie con quella che si trova esposta nei libri sacri del Mazdeismo115. Queste analogie costituiscono per se un problema degno di studio, e probabilmente si spiegheranno coll'ammettere che Giudei e Mazdeisti abbiano attinto quelle dottrine da una fonte comune, la quale non potrebbe essere altro che la scienza babilonese nell'ultimo stadio di sua evoluzione. Il problema ad ogni modo esce fuori dai limiti del presente lavoro, che si propone di considerare il puro ebraismo biblico, non modificato dall'ellenismo o dall'influenza di dottrine orientali.
      AVVERTENZEI. Per comodità dei lettori le non molte parole ebraiche occorrenti in questo libro, invece che nei soliti caratteri ebraici, si danno trascritte in caratteri nostrali.


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Scritti sulla storia della astronomia antica
Tomo I
di Giovanni Virginio Schiaparelli
pagine 604

   





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