Questa disposizione, facendo una sola massa delle acque superficiali e delle acque sotterranee, permetteva agli Ebrei di spiegare come il mare non inondi pel continuo affluire dei fiumi, e come le fonti siano perenni: dando così una ragione semplice e per quel tempo ingegnosa, della circolazione delle acque e dalle fonti al mare, e dal mare alle fonti133. In tutti gli scrittori biblici sembra ignorata l'origine delle fonti per condensazione delle acque atmosferiche. Il fatto del risalire le acque inferiori dalle profondità sotterranee alla superficie vincendo la gravità naturale era considerato come un effetto dell'onnipotenza di Dio, il quale "chiama le acque dal mare e le diffonde sopra la superficie della terra"134.
19. L'abisso non è infinito, come non è infinito il cielo; esso abbraccia la parte inferiore del mondo; come il cielo, la terra, ed il mare, ha i suoi limiti135. La sua profondità è del medesimo ordine di grandezza immensa, che l'altezza del cielo e la larghezza della terra; e non può esser misurata dagli uomini136.
Nella parte più profonda degli abissi sta lo Scheol, cioè il luogo dove abitano i trapassati allo stato di Rephaim, cioè di ombre137. È questo il luogo più basso d'ogni altro138, descritto nel libro di Giobbe (X, 21-22) come la terra dove domina l'ombra di morte, dove le tenebre sono appena rotte da qualche barlume crepuscolare, dove non vi è ordine alcuno, e d'onde mai non si torna: insomma qualche cosa di molto analogo all'Hades e all'Averno dei classici greci e latini, ed all'Azalu dei Babilonesi.
| |
Ebrei Dio Scheol Rephaim Giobbe Hades Averno Azalu Babilonesi
|